Progetto Etiopia 2016/2021- La cultura per il sociale e per la salute

Percorsi paralleli per favorire un razionale sviluppo della popolazione povera nelle regioni del Guraghe e del Woliso in Etiopia.

PROGETTO

Premessa

Nel 2011 è nata una collaborazione fra la Diocesi di Emdibir in Etiopia e la Fondazione Help for Life che ha consentito di favorire un notevole sviluppo nelle regioni del Waliso e del Guraghe e che si è protratta fino al 2016. In questo arco di tempo è stato sviluppato un progetto dalle molteplici sfaccettature, nell’insieme orientato ad una crescita nei settori sociale e sanitario.

Questi due aspetti sono inscindibili quando si vuole offrire a chi, in stato di necessità, sente il bisogno di evolversi favorendo il benessere delle persone indigenti.

I risultati raggiunti sono stati molto soddisfacenti, non solo perché si è riscontrato una fattiva e produttiva partecipazione del partner nel raggiungimento degli obiettivi prefissati, ma anche legati all’entusiasmo suscitato nella popolazione che si è sentita protagonista in questi cambiamenti e quasi riscattata nel dimostrare la sua capacità ad accettarli e viverli con fierezza.

Durante questo percorso Help for Life ha potuto constatare però che spesso l’ignoranza e l’insufficiente consapevolezza da parte dei beneficiari, nel rendersi conto del valore dei beni ricevuti, sono il frutto di un’insufficiente cultura e pertanto ha deciso di continuare ad affiancare questa popolazione nella sua crescita potenziando il settore dell’istruzione oltre che a perseguire quello sociale e sanitario.

Aspetto Culturale

Potenziamento della Scuola di Arakit

Durante lo svolgimento del precedente progetto è risultata evidente la carenza degli ambienti scolastici in termini quantitativi e qualitativi. A tutto questo si aggiunge la scarsità dei servizi accessori, indispensabili a consentire una maggiore crescita scolastica da parte degli scolari e studenti. Inoltre è apparso subito evidente che l’incapacità di apprendimento dei bambini non era legato alla loro indisponibilità all’apprendimento, bensì il più delle volte alla modesta preparazione dei loro insegnanti. Un sondaggio infatti da parte di volontari, ex-insegnanti, della Fondazione Help for Life ha trovato subito riscontro e un corso di aggiornamento da parte loro e rivolto agli insegnanti del posto ha ottenuto un successo inaspettato.

Da queste considerazioni si è convenuto di sostenere la costruzione di 3 aule  nel complesso scolastico di Arakit, presso il villaggio di Zizencho, come anche di una biblioteca e di un laboratorio per attività manuali. Tali scelte derivano anche dalla necessità di adeguare le strutture scolastiche secondo le disposizioni governative, pena l’impossibilità di poter continuare l’educazione e l’istruzione dei bambini. Questa eventualità comporterebbe un grande sacrificio da parte di questi ragazzi. Zizencho è infatti una località situata a oltre 3.000 metri di altitudine, isolata e collegata ad altri centri da strade sterrare e impervie che i piccoli sarebbero costretti a percorrere a piedi, anche durante la stagione delle piogge, alcuni chilometri.

Completamento della Scuola di Emdibir

A Emdibir, sede della Diocesi, è in funzione una scuola superiore di buon livello che accoglie 360 studenti. Per consentire loro di completare il ciclo di studi e accedere quindi a quelli universitari è necessario dotarla di 4 aule. Inderogabile è munirla di una sala insegnanti, utile anche a organizzare corsi di aggiornamento agli insegnanti stessi da parte di volontari di Help for Life, generalmente insegnanti in pensione con acquisita esperienza in questo settore in Africa.

Centro per non vedenti

La disabilità è sicuramente un aspetto che rende la vita ancora più difficile in Etiopia. La cecità poi non consente a questa gente sfortunata di avere un minimo di vita di relazione. A fronte di questa drammatiche situazioni ci sono iniziative dalle quali si tocca con mano la carità umana. Alcune suore missionarie indiane a Shashemane, a 250 km da Addis Abeba, hanno aperto una centro di accoglienza per bambini ciechi, dove insegnano a leggere col metodo Braille, li aiutano nell’orientamento, insegnano lavori manuali, a svolgere le quotidiane attività e musica, infine consentono loro di praticare anche degli sport.

Nel loro centro sono accolti mediamente un centinaio di bambini e ragazzi fino al 12 anno di età. Dopodiché questi rientrano nei loro villaggi. Da un’indagine eseguita è però emerso che solo pochi di questi riescono a vivere la quotidianità della vita godendo degli insegnamenti ricevuti, in tanto tornano reclusi nello loro isolamento ed emarginazione.

Nasce da questa realtà la necessità di realizzare un centro a Emdibir che possa accogliere questi ragazzi fino al 17 anno di età, consentendo loro di migliorare l’educazione scolastica e lavorativa. E’ inizialmente prevista la realizzazione di quattro dormitori, una cucina, un refettorio.

Una volta realizzata questa parte di collegio, si potrànno realizzare anche quattro aule scolastiche, un laboratorio per piccole attività manuali, un ambulatorio medico, spazi esterni per sport e abilità di vita giornaliera, strumenti musicali. Dopodiché i più dotati avrebbero l’opportunità di trasferirsi ad Addis Abeba per accedere all’Università, mentre per gli altri ci sarebbe la possibilità di venire inseriti nel mondo del lavoro.

Potenziamento delle Cliniche

Maganasse

Nel precedente progetto è stato realizzato un ambulatorio oculistico presso la Clinica di Maganasse. Tale struttura non solo permette di diagnosticare le malattie oculari, di curarne tante che senza le dovute cure potrebbero portare alla cecità, ma anche di indirizzare a centri più specializzati i casi che ne hanno necessità. Inoltre è in grado, dopo aver controllato la capacità visiva ai pazienti, di fornire loro gli occhiali utili a correggere i disturbi della vista.

Con questo progetto si vuole dotare la clinica degli ultimi apparecchi utili a migliorare la sua efficienza, di garantire la formazione di personale locale per ottenere un diploma da ortottico e per offrire i servizi di uno specialista locale garantendo alla popolazione visite più frequenti ed evitando loro di doversi recare all’ospedale.

Getche

La clinica di Getche durante il precedente progetto ha fatto un salto di qualità dal punto di vista assistenziale, ciononostante in virtù dei continui adeguamenti alle norme imposte dal governo, per allinearsi agli standard assistenziali nazionali, ha bisogno di un ulteriore supporto perchè ciò possa avvenire.

Innanzitutto deve essere dotata di un altro ambulatorio, di una waiting house che consenta alle partorienti di essere ospitate nell’area della clinica in attesa del parto e di essere tenute in osservazione per almeno 24 ore dopo la nascita del bambino.

Il settore odontoiatrico potrà essere potenziato consentendo la formazione di un secondo odontotecnico per sviluppare la realizzazione di protesi dentarie. Il primo, specializzato nel precedente progetto continuerà gli studi per laurearsi in odontoiatria.

Indispensabile la riorganizzazione del laboratorio grazie ad interventi strutturali e rifornendolo di presidi di sicurezza a chi ci lavora.

L’impianto elettrico va rimodernato e supportato da un generatore, come anche quello idraulico. E’ diventato mandatorio risistemare i tetti, i pavimenti e gli infissi; inoltre è inderogabile allestire una sala d’attesa per i pazienti, da utilizzare anche come sala riunioni. Infine munirla di un frigo adatto a conservare i vaccini, dotarla degli arredi e delle strumentazioni sanitarie aggiuntive che potranno consentire a tale clinica di allinearsi alle esigenze di legge e soddisfare i requirements necessari per essere considerato un Health Center.

Missioni dei volontari

Ogni anno ci saranno circa 30 missioni che consentiranno a infermieri, medici di medicina generale, pediatri, odontoiatri, oculisti  e insegnanti di contribuire alla formazione degli operatori del posto; a questi si aggiungeranno i responsabili del progetto che almeno due volte l’anno si recheranno sul posto per una verifica del progetto e della sua corretta esecuzione.

 

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